Veneto Banca: l’aumento raggiunge un flebile 2.2%
Manca poco, anzi pochissimo a Veneto Banca per raggiungere il Fondo Alante. Come era stato previsto, l’offerta relativa all’aumento di capitale indetta a Montebelluna per i soci storici è stata praticamente disertata e ha raggiunto il misero 2.2%. Nella pratica, sono stati raccolti 22 milioni di euro, una cifra ben distante dal miliardo che era stato richiesto. Mancano all’appello 978 milioni di euro e in questi giorni si stanno chiudendo le offerte riservate agli investitori istituzionali. E in seguito? Porta aperte al Fondo Atlante, che ha ricevuto il via libera dalla Bce e si appresta a salire oltre il 50% del capitale della banca veneta.
L’istituto di credito ha quindi precisato che il risultato tiene conto delle revoche alle sottoscrizioni che sono seguite alla presentazione del prospetto informativo depositato alla Consob. Cosa emergeva dal documento? Un ritratto problematico, di un istituto di credito in fortissima crisi di liquidità e dove i primi tre mesi dell’anno hanno registrato flussi per il valore di 3 miliardi di euro e un 20% di crediti malati figurati nella voce degli impieghi.
Fallisce quindi il tentativo dei soci di trovare sottoscrittori per almeno 250 milioni di euro, queste le intenzioni iniziali, una realtà che dimostra quanto i risparmiatori e gli investitori, anche storici, non siano più disposti a rischiare i loro avere sulla base di promesse di miglioramento futuro. Ecco quindi arrivare Fondo Atlante, già chiamato in altre realtà analoghe a sanare i conti di una banca la cui vicenda assomiglia molto a tante che sono state registrate nel nostro presente.
Fondo Atlante entrerà a breve a Veneto banca con la sua forza e il suo interesse, ma una domanda sorge spontanea, ovvero come possono gli investitori che hanno perso i loro risparmi credere o essere interessati in una ricapitalizzazione spontanea? Come possono gli stessi investitori dare fiducia a chi li ha messi molto spesso in ginocchio? La riposta è banale e scontata, quasi una formalità che apre le strade all’arrivo imponente del Fondo più importante del nostro presente economico finanziario.