Microsoft compra Linkedin: ecco tutti i retroscena dello storico accordo

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La notizia è conosciuta da giorni. Microsoft ha comprato Linkedin con un’operazione multimiliardaria che potrebbe rivoluzionare il destino del social network (e non solo). Oggi, trascorso il giusto tempo per poter analizzare quel che è accaduto, siamo in grado di comprendere quali sono i retroscena della vicenda, e cosa potrebbe realmente avvenire nel comparto…

L’operazione

Cominciamo dalle basi. Linkedin, il più noto social network dei professionisti, passa di mano. E passa nelle mani facoltose di Microsoft, che con una negoziazione molto rapida è riuscito a rilevare il controllo di Linkedin a 196 dollari per azione valutando così la società per ben 26,2 miliardi di dollari. Una cifra che non ha potuto che suscitare un po’ di stupore: con simili valori, Linkedin è di gran lunga l’acquisizione più costosa del gruppo fondato da Bill Gates, e permette agli azionisti di Linkedin di aggiudicarsi un premium del 50% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni dello scorso venerdì.

Tanti vantaggi per Linkedin

Una nota congiunta delle due società ha prontamente spiegato che Linkedinmanterrà il proprio brand distintivo, cultura e indipendenza” e l’amministratore delegato Jeff Weiner rimarrà in carico. Forte del supporto di Microsoft, è probabile che il social network – che da tempo non naviga in buone acque – possa tentare un’ultima carta di rilancio. Nonostante i suoi 400milioni di utenti, infatti, LInkedin non riesce a garantire adeguata profittabilità, ed ha chiuso l’ultimo trimestre del 2015 con una perdita pari a 8,4 milioni di dollari, contro i 2,9 milioni di dollari di utile conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno.

Ad ogni modo, i dati non sono tutti negativi. La perdita è infatti generata da oneri straordinari non ripetibili, mentre nella parte alta del conto economico spuntano ricavi in crescita del 34 per cento a 862 milioni di dollari, oltre le stime di 857 milioni di dollari. Per l’intero 2015 i ricavi sono invece cresciuti a 2,991 miliardi di dollari. Nelle ore successive alla stipula dell’accordo, il valore delle azioni di LinkedIn ha subito un rialzo del 48 per cento, andando così a riallinearsi al premium price. L’azione Microsoft ha invece perso il 4 per cento.

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Qualche vantaggio per Microsoft

Naturalmente, non mancano gli spunti di interesse per la società di Redmond (sebbene ben più di qualche analista si sia soffermato sull’eccessiva onerosità della transazione). Il brand Linkedin potrebbe infatti effettivamente essere rilanciato dall’operazione, permettendo a Microsoft di entrare in maniera più incisiva in un segmento non certo irrilevante. Attraverso l’operazione Microsoft potrebbe inoltre puntare a fruire e a intrecciare i servizi di cloud computing, di cui l’azienda è leader insieme ad Amazon, con i servizi offerti da LinkedIn, e favorire così l’incontro di nuove professionalità.

La squadra LinkedIn – ha dichiarato il CEO di Microsoft, Nadella – ha fatto crescere un business fantastico concentrato sulla connessione del mondo professionale. Insieme possiamo accelerare la crescita di LinkedIn e di Microsoft Office 365 e Dynamics”.

Come anticipato, però, non mancano i dubbi sulla buona riuscita della transazione, che dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno. Alcuni analisti evocano Nokia (sicuramente l’operazione più negativa della storia di Microsoft), ma altri rievocano quella di Skype (probabilmente, tra le più riuscite).

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Acquisto… a debito

Tra gli aspetti meno discussi, ma più importanti, vi è la modalità con cui Microsoft ha scelto di acquistare Linkedin: indebitandosi. Il tutto, nonostante la società di Redmond abbia almeno 100 miliardi di liquidità da spendere, potendo pertanto permettersi di acquistare il social network per altre tre volte. Eppure, per finanziare quella che è stata l’acquisizione più importante della sua storia aziendale, ha scelto di ricorrere al debito, emettendo nuovi titoli che serviranno per poter concludere e ripagare l’affare con il network dei professionisti, o ricorrendo al non tanto oneroso indebitamento bancario.

Viene dunque da chiedersi lecitamente per quale motivo Microsoft abbia optato per una simile scelta. Anche in questo caso, però, la risposta non è tardata ad arrivare: il 97% della liquidità di Microsoft si trova infatti all’estero, e se Microsoft volesse utilizzarla negli Stati Uniti per poter pagare l’operazione Linkedin, dovrebbe pagarci il 40% di imposte. Insomma, sicuramente molto di più di qualsiasi onere finanziario da corrispondere per l’indebitamento.

Una scelta – quella di Microsoft – comune a tante aziende statunitensi, che per poter risparmiare sulla tassazione del 35% che il governo ha imposto sugli utili aziendali, ha dirottato sulle sussidiarie estere i suoi profitti.

E voi che ne pensate? L’operazione vi convince?

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