La vittoria di Syriza cosa porterà alla Grecia?

By on 30 Gennaio 2015 in Mercati with 0 Comments

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Nulla da dire: certamente con il fiato sospeso non vi è solamente la Grecia ma anche tutti gli altri paesi dell’Unione Europea, i cui impegni con la Bce sono non da poco, Italia compresa.

La Grecia ben ci sta, quando la politica fa scalpore ed assume la passione del populismo a gridare: “No all’austerity oppure Basta rigore”. E’ quello che vogliono sentire le persone, all’indomani dell’Europa alla gogna. All’Europa sono stati riconosciuti tutti i principali capi di imputazione, al punto tale che è quella che è diventata la causa della recessione che i vari paesi stanno vivendo. E si continua a porre come traguardo, unico e salutare, l’abbandono della moneta unica ed il ritorno alla sovranità monetaria. Ma chiaramente un passo del genere se è da fare, è da percorrere insieme. E Germania in primis, nessuno è veramente d’accordo per la coalizzazione di interesse “politico”, oltre che economico che si sta creando. Siamo stati in grado di coinvolgere nelle retati dell’Europa paesi che erano ex alleati della madre Russia, cosa che non è stata ben digerita da Putin. L’ultima mossa vincente è stata quella del terzetto baltico: Lituania, Estonia, Lettonia.

Quindi, siamo veramente sicuri che Tsipras non sia l’ennesimo polverone politico, fatto di tanti aromi e sali, contro l’Europa? Si può veramente dettare legge all’Europa, soprattutto considerando il fatto che la Grecia non si è tirata certamente indietro quando c’era da accettare il piano di aiuti internazionali e tutto quello che le permetteva di entrare in scena nuovamente sul mercato finanziario? Abbiamo già dimenticato gli slogan politici in cui quest’ultimo risultato, dopo i trucchi contabili della Grecia, osannavano quasi al successo della Grecia?

La Grecia, inutile constatarlo, versa in enormi difficoltà dal punto di vista sociale ed economico e la vittoria, quale terza forza politica del paese, di “Alba Dorata”, un gruppo neo-nazista, i cui esponenti sono quasi tutti in stato di fermo, non può che gettare un segnale chiaro e lampante dell’attuale stato di abbandono in cui vegeta la Grecia.

Eppure, ora vi è grande entusiasmo per la vittoria, anche se senza la maggioranza assoluta, della formazione Syriza governata da Tsipras che è favorevole a riprendere la strada delle contrattazioni con l’Europa, ammesso che, come ribadito dalle autorità dell’Europa: “I patti vanno mantenuti” e non si torna indietro. Quindi, nessun condono del debito, ma al limite un differimento degli impegni, in modo che ciò risulti sostenibile per le casse della Grecia.

Intanto, non sono mancate le proposte “creative” da parte di Atene, prontamente rigettate dall’Europa. Tra queste, vi rientra l’emissione di nuovi titoli di debito pubblico a rimborso variabile, proporzionato al Pil. E’ chiaro che si tratta di una “furbata”, dato che il Pil è facilmente manovrabile dai contabili di stato, fatto salvo le voci deterministiche (ad es. la parte commerciale espressa dalla semplice differenza tra esportazioni ed importazioni). Da un certo punto di vista, non possiamo che attenderci nuove regole per la Grecia, forse più flessibili di quelle attuali, cosa che deve interessare anche noi.

Tutti i passi che l’Europa fa a favore della Grecia sono un punto a nostro favore, di cui terremo debitamente conto per ogni mancanza che ci fosse imputata, in futuro, dall’Europa, riguardo alla nostra mancanza di rigore. Pensiamo anche agli altri paesi che, così come noi, hanno gli occhi puntati sulla Grecia. Tra questi vi rientra la Spagna che un po’ come noi ha alti livelli di disoccupazione e di debito, seppure la gestione sovrana sia più efficiente di quella nostrana. Ovunque volgiamo lo sguardo, per l’Europa, notiamo difficoltà e non possiamo che guardare alla Grecia con curiosità per sapere come andrà a finire.

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