La tempesta elvetica. E le valute crollano.

By on 19 Gennaio 2015 in Mercati with 0 Comments

Ora ci si mette anche la Svizzera, non solo il dollaro Usa a raffreddare le altre divise, tra cui l’Euro.

Cosa avrebbe fatto la Svizzera? Ha preso la decisione, spiazzando gli investitori che non si aspettavano una tale mossa, di eliminare la parità fissa sull’euro.

Ecco cosa ha fatto il cambio Eur/Chf oggi, di fronte all’imprevista decisione:

eur-chf

La parità iniziale era di 1,20. Con l’annuncio dell’eliminazione della parità, cosa ha fatto il franco svizzero? Chiaramente, si è apprezzato. Ciò ha avuto un effetto-contagio sulla borsa si Zurigo, ed in particolare per il settore delle esportazioni. E’ chiaro che se la valuta costa più cara, gli importatori saranno “freddati”, almeno inizialmente, nelle loro intenzioni di acquisto dei prodotti commerciali provenienti dalla Svizzera.

Ma alla Svizzera non interessa più mantenere la parità con l’Euro, perché il caro dollaro rappresenta maggiormente un male anche per la Svizzera che ha interesse a riequilibrare i rapporti commerciali con gli Usa, in modo che non costi troppo importare dagli Usa alla Svizzera.

Quindi, il franco svizzero, passato da 1,20 a 0,99 rappresenta certamente una valuta-rifugio come già prima lo era e la Svizzera ha sempre considerato il cambio sopravvalutato rispetto alle esigenze dell’economia.

Tale mossa ha dato una bella “zavorrata” anche all’euro che rispetto al dollaro Usa è tornato su nuovi minimi, dato che il rapporto commerciale con la Svizzera peserebbe nelle relazioni commerciali abituali tra i due paesi, comportando la valutazione di alternative commerciali.

La Svizzera, tra l’altro, esce all’indomani del fallimento del referendum sul “rimpatrio” dell’oro che ha anch’esso creato per un buon mese un rilevante sussulto dei mercati che sono stati caratterizzati da una certa instabilità dei prezzi.

Il mercato dei cambi, laddove mantiene ancora un certo mix di valute, è sempre stato caratterizzato dalla priorità delle scelte di policy, da parte dei vari Stati che decidono loro quando cambiare il cambio forex e perché?

E’ meglio un cambio flessibile o fisso ed il fatto che in zona Euro non ci sia più la moneta domestica conta molto? Ha diminuito le opportunità del forex? Forse sì, forse no. In realtà, l’Europa viene considerato come un unico intero paese e, quindi, ciò dà maggiore reattività all’euro, ammortizzando nel contempo l’incidenza delle notizie di carattere “particolare”, relative solo ad un certo paese. Questo può essere, da certi punti di vista, un vantaggio perché ci consente di avere una visuale più precisa sul rapporto di cambio, basando su un minore numero di variabili decisionali (ad es. le comunicazioni della Bce).

Non ha avuto, quindi, nessun effetto il presupposto Quantitative Easing che molto probabilmente farà in suo ingresso in Europa, sull’Euro che è stato come “falciato” in partenza dal super-franco svizzero.

Ci attendiamo ulteriori apprezzamenti del franco svizzero? Le nostre previsioni non inglobano molti segnali di natura ribassista e, quindi, siamo propensi a credere che la traiettoria di assestamento sia stata raggiunta. La discesa tra l’altro del cambio Eur/Chf (Euro/Franco Svizzero) è cominciata già da alcuni giorni e con la seduta di venerdi ha raggiunto i minimi dei prezzi, a livelli non riscontrati da almeno 4 anni.

Gli investitori guardano ora con interesse diverso tale pair, dato che prima era interessante investirvi, nel presupposto dell’intenzione della Banca Centrale Svizzera che intendeva difendere la parità del cambio riportandolo ai livelli iniziali. Interessante anche considerare tutte le altre valute che nel forex sono messe in pair con il franco svizzero. Ciò ci permette, a partire da una stessa previsione, di riuscire a muoverci aprendo trade simultanei, i cui prezzi tendono a muoversi sotto l’effetto combinato di uno stesso fattore (nel qual caso, l’apprezzamento del franco svizzero).

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